Ecco il primo cestino di castagne fresche di stagione: una storia secolare che continua…
FolkNewsSETTEMBRE2023
di Lina Cabrini
L'albero del pane, come era chiamato dai nostri vecchi, ha costituito l'alimento insostituibile per una lunga serie di generazioni di popolazioni montanare. Ogni anno le prime castagne scaldano il cuore. Cibo per il corpo ma anche per l'amima perché ci riconnettano a una vita di lavoro e fatica ma anche di valori solidi, di fiducia nel futuro, di spirito di continuità tra le generazioni. Piantare un albero di castagne era un investimento nel futuro perché è una pianta longeva, anche se chiede cure assidue e per portare in tavola i frutti del castagno si richiede tanto impegno: prima. durante e dopo la raccolta.

di Antonio Carminati
Tra poco assaggerò le prime tètole (castagne bollite) della nuova stagione. La probabile radice del vocabolo è rintracciabile nel verbo tetà, succhiare: rende bene l’azione di colui che, messa in bocca la castagna bollita, dapprima la spacca con i denti, quindi ne risucchia la gustosa polpa per cibarsene. Anticamente si chiamavano anche frescüde e venivano cotte sotto la cenere del focolare. Mirella è andata nell’orto a staccare alcune foglie di alloro dalla grossa pianta ai margini del giardino: saranno anch’esse messe a bollire nell’acqua, assieme alle castagne, per estrarre le sue essenze aromatiche e valorizzare tutto il sapore del frutto mangereccio del castagno. Ne ha raccolto un cestino, ieri pomeriggio, nella selva castanile delle Patèrne, dove si era recata per accudire il gregge al pascolo di pecore massesi di Francesco. Sono davvero le prime, quelle ostàne (agostane), le più attese per il palato, desideroso di rigenerare antichi sapori.
Il cestino di castagne
D’ora in avanti arriveranno a maturazione tutte le altre varietà, raggiungendo l’apice il mese di ottobre, con i ricci dorati, aperti e ridenti, ormai disposti a liberare il loro prezioso contenuto. Le grosse piante della selva castanile, molte delle quali ultracentenarie (possono raggiungere anche oltre cinquecento anni), si presenteranno finalmente rigogliose, vestite a festa, come matrone del castagneto e del pascolo sottostante. Ora, però, si fanno attendere e le prime castagne sono proprio capricciose, rimangano nascoste nei loro rés (ricci), non giunti completamente a maturazione, anzi in parte ancora verdi: per estrarle, se non si vuole rimanere feriti dai pungiglioni affilati dei ricci, besógna fàle fò (occorre diricciarle, fà fò i rés), ossia, scarponi ai piedi, calpestare l’involucro ancora resistente, sino a forzare la completa apertura. Occorre attendere ancora all’incirca due settimane per vedere le castagne crodà (cascare da sé) come si deve, in grande quantità, così da riempire sacchi colmi, destinati alla vendita, oppure ad alimentare le provviste domestiche.