I FESTIVAL SONO EMOZIONI
In questo anno di ferma i Tencitt riflettono sul significato del loro evento
FolkNewsDICEMBRE20
di Fabrizio Nicola

A Cunardo, per i Tencitt, quest’anno sarebbe stata organizzata la 35esima edizione del Festival. Purtroppo, in questo periodo funesto, fortemente penalizzati dalla attuali restrizioni, si è obbligati a stare lontani dai palchi e dalle manifestazioni.
Perciò, in questo momento di isolamento sociale, ci siamo voluti soffermare per un momento di riflessione. Cosa rappresenta un festival per i gruppi che lo organizzano?
Il pensiero corre subito agli anni precedenti: stabilire contatti, pianificare e preparare tutto quanto, predisporre gli alloggi e la cucina, fare in modo che per il giorno del debutto sia tutto pronto. Frenesia quotidiana, ansie e preoccupazioni, insonnia, tutto comunque per una buona riuscita finale. Poi comincia il festival, iniziano le esibizioni accompagnate dal favore del pubblico, siamo indaffarati a dare una buona ospitalità e per due settimane si va avanti senza sosta. Poi alla fine, con grande stanchezza, si chiude un'altra edizione, sempre con soddisfazione. Fino a oggi sarebbe stato questo tutto quanto potevamo pensare e commentare sul nostro evento.

Oggi però è cambiato il clima; nulla da organizzare, pianificare e preparare, siamo costretti all'immobilità forzata. E senza questo nostro annuale obiettivo, ci siamo messi a riflettere. Cos’è il festival per noi oggi? Ecco allora che affiorano altri pensieri, reconditi, che non erano mai emersi. Si affacciano oggi come forti emozioni, mai immaginate. Oggi queste impressioni sono le prime a essere presenti ed evidenti, prevalendo su tutto quello che si pensava in precedenza. Abbiamo perciò scoperto, con questo isolamento forzato, quello che ci manca davvero, e che ci lascia dentro oggi, un grande vuoto: tutto ciò che è sempre stato il vero e importante significato del festival. Quello che non potremo avere, estremamente importante e di grande valore umano, non è il poter far esibire gli ospiti, ma è piuttosto il diretto contatto con i gruppi, la condivisione dei pasti insieme, le bevute in allegria e le nottate in compagnia, le strette di mano, le pacche sulle spalle, gli sguardi che si incrociano, quelle chiacchierate magari facendo fatica a comprendersi, gli abbracci fraterni, e qualche forte commozione, che nasce dal cuore per il dispiacere quando si vede il gruppo ripartire. Insomma, tutti quei rapporti umani che si creano, di condivisione, di amicizia vera e sincera, che sempre si instaurano tra gruppi.
In particolare, ci mancherà anche uno dei momenti più belli di tutto il festival, quando durante la Santa Messa alla recita del Padre Nostro e allo scambio del segno della pace, ci si tiene per mano, e ci si rende conto che nel folklore non esistono divisioni religiose, politiche o culturali, ma ci si unisce in una cordata umana e in un abbraccio, che dimostrano l'amicizia e la fratellanza che accomuna, senza differenza alcuna, tutti i popoli.
Oggi, quindi possiamo dire che per noi i festival sono tutte quelle emozioni vere, forti e significative, nate dal cuore, che entrano nel profondo dell'uomo e ci lasciano quei forti sentimenti di fraternità e di amicizia, e che ci porteremo dentro sempre, piacevoli e nostalgici ricordi dei momenti vissuti con i gruppi ospitati.
