Proverbio ottobrino
FolkNewsOTTOBRE2022
di Lina Cabrini
Chi nó sómla per san Löca / de la rabia l’sa spelöca
(Chi non semina da san Luca , dalla disperazione si strappa i capelli)
Il giorno dell’evangelista Luca (18), rappresentato dal pio bue, era il termine ultimo per la semina del frumento, farlo dopo, secondo il proverbio, si comprometteva il raccolto e il contadino si sarebbe disperato strappandosi i capelli dalla rabbia. Forse per qusto che tanti contadini erano calvi.
D'altronde era colpa loro perché erano stati avvisati. Infatti il quattro del mese si diceva a san Francèsc sómla ‘l formét se to ö troas contét (a san Francesco semina il frumento se vuoi trovarti contento).
Il sedici per san Gal sómla sénsa fal (per san Gallo semina senza fallo)
E per finire, söc o bagnàt per san Löca töt somlàt (secco o bagnato, per san Luca tutto seminato)
Luigi Furia

Certo che dal dire e il fare c’era di mezzo un mare di fatiche. Li avete presenti tutti quei muri a secco che terrazzavano le pendici delle montagne? Non sono stati fatti per sostenere i prati, ma per ricavare campi dove coltivare formét, órs, sighel, mèlga, patate e lì (frumento, orzo, segale, mais, patate e lino).
Ogni anno i campi dovevano essere voltati e rivoltatie e, siccome la terra tendeva a scendere, all’inizio di ogni rotazione produttiva si doveva fare la caldàgna, un solco largo più di mezzo metro, la cui terra doveva essere portata in cima al campo a spalle con il gerlo. Altro che Sisifo.
(Sisifo, come punizione per la sua sfrontata audacia, avrebbe dovuto - secondo il volere di Zeus - spingere un masso dalla base alla cima di un monte... ma raggiunta la cima, il masso sarebbe nuovamente rotolato alla base del monte, per l'eternità).