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Un sogno in quater toch de legn

FolkNewsGENNAIO23

di Orlando Panighet

PROLOGO - DOVE E QUANDO
Un pomeriggio della calda estate appena passata nel mio amato circolo AUSER ”Libro Aperto” di Trezzo sull'Adda.

Ero talmente intento a risolvere un Sudoku diabolico che solo dopo alcuni minuti mi accorgo che il Nando mi stava fissando. “Ehilà! Come va.” gli dico. “È un caldo esagerato. Lo sto soffrendo particolarmente. Organizzami alcuni“dì” in montagna; magari con una visita a un qualche museo del piastrellista, il mio mestiere.” 

“Ci penserò sopra! Ma prima finisco il Sudoku.”
E me ne torno a ragionare sui numeri da inserire. 
La sera stessa gli mando un “wotsap”: “Sabato sarete miei ospiti nelle valli bergamasche. Porta anche il Bis.”

Alle sette precise appuntamento al bar per una veloce colazione. Tra un goccio di caffè e un morso di cornetto gli dico: "Oggi si va in giro con la vecchia FIAT 132 del mio povero papà. Iniziamo il “tur” partecipando al raduno di macchine d’epoca ad Almenno San Bartolomeo."

Interrompo un attimo la narrazione: "Miei cari lettori non vi ho ancora presentato il Bis, il nostro nuovo compagno di viaggio. È il nipote preferito del Nando. Bis perché è un tenerone buono come il BIScotto e Bis perché “Nando Giunior” non gli piaceva.”

Mettiamo il navigatore. Direzione Ponte San Pietro. Pochi chilometri dopo approdiamo alla meta: il Museo del falegname “Tino Sana”. Il parcheggio era colmo all’inverosimile di rarità automobilistiche del secolo scorso. Sono tornato indietro nel tempo a quand’ero ragazzo. Ho rivisto una perla storica: una Fiat 600 multipla identica a quella che mio padre usava per portare le forme di grana al mercato. Uno spettacolo di splendide lamiere per una visita a un museo del legno. Che bel contrasto! Dopo un po’ di giri a vuoto troviamo un buco. E vi ci “fiondiamo” la macchina. Entriamo. Alla cassa una signora gentile ha già raggruppato un po’ di gente per fornire le prime informazioni. E noi ci aggreghiamo. “Ciò che troverete è la realizzazione del sogno di una persona che amava in legno in tutte le sue forme. Tino Sana ha avuto inizi difficili. Orfano di padre in giovanissima età, ha frequentato la scuola di falegnameria del Patronato San Vincenzo di Bergamo. Poi una lunga gavetta nel mondo del lavoro lo ha portato ad acquisire tutte le competenze necessarie per tentare la strada imprenditoriale. Aprì un suo laboratorio che si sviluppò talmente tanto da divenire l’odierna azienda, tra i leader mondiali negli allestimenti interni di alberghi, navi da crociera, sale da convegno e altro ancora. La sua dedizione al legno era totale e passionale. Per decenni girò per i paesi per recuperare i manufatti che vedrete, salvandoli dalla incuria o, peggio ancora. dalla distruzione. Un piccolo spazio nato per la conservazione di vecchi attrezzi del mestiere di falegname è diventato un vero e proprio museo a tutto campo. 
Visto che c’è tanto da visitare, decidiamo che ognuno di noi gironzolerà per il museo a suo piacimento. Poi, quando ci rivedremo, racconteremo ciò che ci è piaciuto di più."

Alcune ore dopo ci ritroviamo all’ingresso. Il Nando dice: “Ragazzi, contrordine. Tra cinque minuti tutti in Roncola. Quelli della leva del “52” ci hanno invitati. Festeggeranno con fojade, tagliata di carne con polenta, Torta Donizetti da annegare col Moscato di Scanzo. Una vera sciccheria.” 

Verso le tre del pomeriggio, con le gambe sotto il tavolo, riusciamo finalmente a vederci.

Il Bis inizia “Io sono stato colpito dalla accuratezza con cui hanno riprodotto alcune botteghe. Mi hanno fatto sognare. Per un momento sono stato cliente del carraio, del bottaio e del seggiolaio. Ho immaginato perfino il liutaio che rifiniva un’arpa. È stato fantastico.”

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Orlando: “Se è per quello anche in altri settori era pieno di strumenti musicali. Per il divertimento c’era anche il teatro dei Burattini. Quanto ho ”gustato” vedere Gioppino prendere le misure col suo personale termometro e poi “giù” a randellare di santa ragione il cattivo di turno”.

“Io“ dice il Nando “sono stato affascinato dalla collezione di biciclette della Bianchi di tutte le epoche. Un sodalizio tra il Tino e il Felice (Gimondi) che è durato tutta una vita. E poi che splendore la sezione dedicata ai mezzi di trasporto: barche, carri e carrozze”.

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Riprende il Bis: “Ma la chicca per me è stato l’aereo- Ansaldo A1- matricola 16553 di proprietà di Antonio Locatelli. Lo usò per quattro ricognizioni sull’altopiano del Piave e del Grappa nei primi giorni del settembre 1918. E…………………….……… “
“Ed ora Basta!“ Dice perentoria l’Elvira. “Ciciaruni! Adesso si va a ballare!”  “Bis! Vieni che ti insegnerò la polka a passettini, una danza delle Quattro Province.”

E chi è l’uomo capace di dire di no a una donna? Il Bis no di certo! "E vai con la Polka” (con sommo divertimento del Nando e dell’Orlando vedendo la faccia abbacchiata del povero BIS). 


PS   La storia continua. Dopo il ballo tutti a Oltre il Colle.

Note informative
Antonio Locatelli: aviatore, politico e giornalista bergamasco. 
Quattro Province: una porzione dell'Appennino ligure compresa nelle province  di Alessandria, Genova, Pavia e Piacenza.
Termometro è il simpatico soprannome che il Gioppino dava al suo bastone usato per dare una lezione ai prepotenti.
Roncola o Roncola San Bernardo  è un comune di 807 abitanti della provincia di Bergamo. Situato sul versante destro della Valle Imagna ed adagiata sul colle dell'Albenza, dista circa 25 chilometri dal capoluogo orobico. (Fonte: scheda del comune presente nel sito ufficiale del Comune di Roncola.)


Ricordo ai lettori che il Nando esiste; come esiste pure il circolo AUSER ”Libro Aperto” di Trezzo sull'Adda. Ma ciò che narrano i personaggi è frutto della mia fantasia e non è loro responsabilità.  
Ricordo anche che le foto sono state scattate da me. Ricordo anche che ogni tanto qualche termine in dialetto (evidenziato in neretto) ci è scappato. Pazienza.

 

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